Le Grotte di Fiumelatte

Visitare le Grotte di Fiumelatte, Varenna, Lago di Como

Località: Fiumelatte di Varenna 
Area carsica: Grigna settentrionale 
Ingresso a quota m. 335 s-l-m.
Dislivello interno: da +58 a -61 metri 
Sviluppo: m. 740

Visitare le Grotte di Fiumelatte di Varenna, sul Lago di Como. La grotta ha tre ingressi. Quello inferiore (ingresso principale) è chiuso da un cancello dell'acquedotto e da qui, in alcuni periodi dell'anno, fuoriesce l'omonimo torrente e in quel periodo l’ingresso risulta inaccessibile. Il secondo ingresso è posto circa 12 metri di metri più in alto, a sinistra rispetto al primo ingresso ed è sbarrato da un muro. Il terzo ingresso è ancora più a sinistra del secondo ed è raggiungibile mediante una traccia di sentiero che inizia a sinistra dell'ingresso principale. L'ingresso è molto piccolo (c. 40 x cm 60), ed è mascherato dalla vegetazione, perciò è difficilmente individuabile. Tuttavia, in estate, da qui esce una forte corrente d'aria che, agitando i cespugli immediatamente circostanti, ne segnala la posizione.
Quando al’interno scorre il torrente, la grotta non è visitabile nella sua totalità. Si consiglia pertanto di visitarla in febbraio o comunque durante lunghi periodi di siccità.
La cavità è costituita da un intrico di gallerie, poste a vari livelli, nelle quali non è sempre facile orientarsi. La morfologia delle grotte è quella caratteristica delle cavità con una notevolissima attività idrica. 

Il Fiumelatte è noto per la particolare brevità del suo corso, appena 250 metri; il fiume deve il suo nome al colore delle sue acque, tanto bianco quanto il latte, dovuto alla violenza con cui scaturisce dalla montagna.

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Fiumelatte è un immissario del Lago di Como e nasce nel Gruppo delle Grigne.
Una particolarità del fiume è la sua regolare intermittenza nello scorrere, che va dal 25 marzo (festa del borgo e dell'Annunciazione) fino al 7 ottobre (Madonna del Rosario e patrona di Varenna) che motivò il soprannome di Fiume delle due Madonne. Questa intermittenza è dovuta al fatto che Fiumelatte rappresenta il troppopieno di un sistema carsico che nessuno ha ancora raggiunto e che inizia nel Moncodeno (Grignone).
Leonardo da Vinci, che fu molto incuriosito da questo fenomeno, nel Codice Atlantico lo descrive in questo modo:

È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo sul lago, con inistimabile strepitio e romore. »

Altri personaggi che ne descrissero le particolarità furono Plinio il Vecchio, Benedetto Giovio e Lazzaro Spallanzani.

Il Fiumelatte fu una grande attrazione per i primi turisti dei secoli passati e spesso ne scrivevano le impressioni nei loro appunti di viaggio. E’ curiosa l'osservazione dello scrittore francese Antoine Claude Pasquin (detto Valery) che lo visitò nel 1827.
Egli dice,  

Il torrente o il Fiume Latte, che si getta nel lago e dà il suo nome al villaggio situato ai suoi piedi, mi ricorda la cascata di Pissevache, vicino a Martigny. L’accostamento di queste due metafore popolari, è che rendono il medesimo effetto, ma mostrano tutta la differenza del genio italiano, e, se si può dire, del genio svizzero. Così come le montagne a volte possono servire allo studio dei costumi e dello spirito delle nazioni.

I misteri della grotta di Fiumelatte.

Nei tempi andati, gli antri erano considerati come porte del mondo dei morti (Odissea – Eneide) e, comunque, nel migliore dei casi, come inghiottitoi in cui può capitare di tutto. Questo accadeva per gli antri normali. Si può solo immaginare cosa potesse suscitare se all'improvviso, all'inizio della primavera, un violento fiotto d’acqua sboccasse da una cavità oscura per poi repentinamente, all'inizio dell'autunno, smettere di scorrere.
Questo mistero deve aver suscitato molta suggestione e curiosità ed è, quindi, naturale che si volesse capire la natura di questo fenomeno. E’ nella natura dell’uomo esplorare i misteri della natura, ma per le grotte di Fiumelatte non è mai stato facile perché, quando l’acqua scorre in modo tanto violento, è impossibile risalire alla grotta della sorgente. 

Fu solo nel 1983 che gli speleologi  del gruppo C.AI. di Lecco furono in grado di superare alcuni difficili ostacoli e aprirsi un varco, trovandosi di fronte ad un ambiente sotterraneo molto vasto e intricato, con strettoie tali da impedire successive esplorazioni. Quattro anni più tardi, lo stesso gruppo di Lecco, in collaborazione di speleologi svizzeri, riuscì a superare una strettoia e rilevare topograficamente uno dei sifoni discendenti. Si intuì che la misteriosa sorgente intermittente doveva trovarsi sotto il monte Grignone (o Moncodeno), a una quota ipogea molto profonda. Tuttavia, rimane ancora da individuare la cavità sotterranea da cui emergerebbero le acque e la causa di quella caratteristica intermittenza.

Nel 1992 fu eseguito un sondaggio tramite impiego di fluoresceina, un colorante atossico, per vederne la distribuzione e fu in tale modo dimostrato il collegamento tra Fiumelatte e le cavità carsiche del Grignone. La labirintica grotta ipogea ha mostrato agli esperti chiari segni di attività idrica; si suppone che quando la cavità sotterranea di raccolta, peraltro non ancora individuata, si riempia troppo, l’acqua in eccesso travasi provocando il tumultuoso inizio dello scorrere delle acque fino all'imboccatura della grotta e da qui a valle, fino al lago.
Il momento in cui il fenomeno si manifesta coincide con la data del 25 marzo di ogni anno, giorno in cui la chiesa festeggia l'Annunciazione della Madonna, e smette di scorrere attorno al 7 ottobre, giorno in cui la chiesa celebra la festa della Madonna del Rosario.
Per questo, Fiumelatte ha preso anche il nome di fiume delle due Madonne. Il percorso dell'acqua che sgorga dalla grotta e si getta nel lago di Como, è abbastanza ripido e accidentato: questo provoca un aumento della pressione di scorrimento e un'intensa increspatura che fa sì che l'acqua diventi  spumosa a tal punto da sembrare bianca dando al paesaggio un'atmosfera molto suggestiva. 

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La leggenda delle grotte di Fiumelatte

Nel corso del tempo sono fiorite diverse le leggende in merito al fatto che chi entrava in queste grotte non tornava più indietro, o che chi ne usciva non sopravviveva allo spavento che si era procurato all'interno, o ancora, che entrava nella grotta asciutta veniva investito e travolto all'improvviso dalle acque turbolente del fiume, come se volessero salvaguardare da profanazione l'oscura fonte.  
Nei pressi della sorgente una grotta ha creato un ambiente particolarmente suggestivo non solo dal punto di vita naturalistico ma anche per aver dato vita ad alcune leggende. Una leggenda locale narra che nel 1500, tre giovani si innamorarono della stessa ragazza che, non potendo scegliere tra tre pretendenti che la chiedevano in moglie, annunciò che avrebbe sposato colui che avesse rivelato l’origine del Fiumelatte.
I tre giovani, seppur con riluttanza, decisero allora di confrontarsi addentrandosi nella grotta entrarono nella grotta, ma ne uscirono dopo molto tempo, apparendo di colpo invecchiati di mille e mille anni e ne uscirono impazziti essendo stati allucinati da visioni di splendide sirene. I primi due raccontarono di meravigliose avventure tra sfarzi, scenari incantevoli, splendide fanciulle e dolci melodie che cessarono di colpo lasciandoli soli e vecchi a vagare nelle anguste cavità della grotta. Il terzo, più volte interrogato, rimase sempre muto, forse paralizzato da qualche particolare visione. Nessuno poté sapere cosa fosse successo all’interno della grotta della sorgente del Fiumelatte poiché i tre giovani, trascorsi tre giorni dalla loro apparizione alla luce del sole, si spensero vaneggiando.
Da allora nessun altro ebbe l’ardire di oltrepassare l’entrata della grotta. 
Ovviamente, questo racconto fantasioso ispirò molti scrittori e poeti, tra i quali si cita il poeta romantico americano Longfellow, che era solito trascorrere lunghi periodi a Cadenabbia, nell’albergo storico Belle Vue, ora chiamato Grand Hotel Cadenabbia

 


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21/08/24

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